venerdì 2 agosto 2013

Per non dimenticare... MAI....


Era una giornata calda come quella di oggi. Mia mamma mi chiese di accompagnarla al mercatino di via Tibaldi che si trova ancora oggi a pochi metri da via Carracci, allora il retro della Stazione di Bologna. Li' parcheggiammo. Fu un caso che andammo in quel mercatino e un caso che io l'accompagnassi per questo tipo di faccende. Era estate, ero un militare in licenza. Non avevo nulla da fare, perchè non accontentare la propria mamma? Finita la spesa, andammo verso l'auto, ma un forte boato ci fece restare un attimo immobili. Mettemmo in fretta le sportine di plastica nel baule e allungando il passo ci dirigemmo verso il ponte di via Matteotti. Il ponte della ferrovia. Rimanemmo attoniti. Un denso fumo saliva dalla parte sinistra dell'edificio di ingresso della Stazione e che era in parte crollato. Allungammo ancora di piu' il passo e arrivammo davanti a piazzale Medaglie d'Oro. Le prime forze dell'ordine accorse, avevano già iniziato a chiudere viale Pietramellara. Gli autobus gialli e rossi e auto private, partivano a forte velocità. Non potevamo sapere che si erano trasformate in rudimantali ambulanze. Attraversammo la strada e arrivati sotto il portico rimanemmo senza fiato. Mia mamma mi prese per mano, non capitava da almeno dieci anni, la strinse forte. Quello che ci apparve non lo si puo' descrivere. Ad un tratto qualcuno urlò di scappare. A quel punto fui io a stringere fortissimamente la mano di mia mamma e iniziammo a correre e correre a perdifiato. Arrivammo senza fermarci fino alla stazione delle Corriere oltre Piazza XX Settembre, in viale Masini  Insieme a noi tanta altra gente. Per fortuna non successe più nulla,. ma quello capitato alle 10,26 di quel dannato 2 Agosto era piu' che sufficiente.In quel momento  il  pensiero andò subito a mio padre, dipendente postale, che in quel periodo lavorava proprio a cento metri dal luogo dell'esplosione e il caffè di mezza giornata andava a prenderlo proprio al bar della stazione. Non c'era una cabina del telefono libera. Rifacemmo il ponte a piedi, salimmo in auto senza parlare e tornammo a casa. Ricordo che l'attesa fu interminabile mentre le immagini della televisione italiana erano già in onda. Qualche ora dopo mia mamma riusci' a parlare con mio padre. Era andato a prendere il caffè con il suo amico e collega Paride, alle 10,15 passando proprio davanti al treno Ancona - Basilea fermo sul primo binario. Il destino ha voluto così. Un abbraccio ai familiari di chi ha subito un'ingiustizia simile. E fanculo a quei politici che vengono a fare passerella e non permettono di aprire i cassetti della verità che permetterebbero di scoprire i mandanti... Per fortuna il loro tempo è alla fine
https://www.youtube.com/watch?v=zDRrGiSLyb0

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